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Alzheimer: un test genetico per prevenirlo


Dai laboratori di tre grandi università italiane arriva una nuova opportunità per prevenire la malattia di Alzheimer. La questione prevenzione per la demenza senile di Alzheimer non è cosa di poco conto, basta considerare che la sua manifestazione clinica è l'inizio della compromissione inesorabile della memoria e delle funzioni cognitive del cervello.



Per battere questa malattia è quindi necessario intervenire prima, nella sua fase silente, per esempio, che si stima duri circa 10-15 anni.
L'idea dei medici delle università di Milano, Bologna e Ferrara è stata proprio di indagare al livello genetico proprio in questo periodo.



Spiega il professor Federico Licastro, docente al Dipartimento di Patologia Sperimentale dell'Università di Bologna: «Sfruttando una complessa combinazione di indagini genetiche, neurocognitive e radiologiche applicata a centinaia di pazienti con la malattia e altrettanti controlli su persone sane è stato possibile rilevare i segni premonitori della malattia».



«Poter sapere in anticipo il rischio individuale è un'informazione di vitale importanza», spiega Licastro, «perché permette di inserire il soggetto con rischio elevato in un percorso di approfondimento diagnostico e preventivo che può permettere di prevenire il decadimento cognitivo e la successiva manifestazione della malattia grazie all'utilizzo precoce di farmaci appropriati, cambiamenti dello stile di vita e di abitudini alimentari».

19/10/2006

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